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Servan Schreiber, Jean-Jacques.

Pubblicista e uomo politico francese. Appassionato di giornalismo iniziò a lavorare, dopo la fine della seconda guerra mondiale (a cui aveva preso parte come aviatore), presso “Le Monde”, diventando, a 25 anni, editorialista di politica estera. Nel 1953 fondò, insieme alla compagna Françoise Giroud, il settimanale “Express”, di cui fu direttore per molti anni e che, nel 1964, volle riammodernare sul modello dell'americano “Time Magazine”, facendolo diventare una delle più autorevoli riviste di attualità al mondo. Come giornalista condusse una lunga battaglia progressista antigollista in difesa delle libertà democratiche, dell'indipendenza algerina e per una più decisa politica estera europeista. Nella sua opera La sfida americana (1968), sostenne la necessità per l'Europa di assumere un ruolo politico reale accanto alle due “superpotenze”, URSS e Stati Uniti. La sua volontà di partecipazione attiva alla vita politica del Paese lo spinse, nel 1969, a entrare nella segreteria del Partito radicale francese, di cui sarebbe poi diventato presidente nel 1971, riconfermato nella carica nel 1973. Nel maggio 1974 fu designato ministro delle Riforme, ma poco dopo la nomina venne estromesso dal Governo - allora guidato da Jacques Chirac - per aver pubblicamente condannato gli esperimenti nucleari francesi nel Pacifico. Nel 1977 decise di vendere il suo giornale e due anni più tardi lasciò il Partito radicale per fondare, insieme a Françoise Giroud, la lista Emploi, Egalité, Europe in occasione delle elezioni europee, non riuscendo però a raccogliere voti sufficienti. Nel 1980 pubblicò La sfida mondiale, sul tema degli squilibri economici a livello planetario e soprattutto sul decollo informatico del Giappone. In questo senso convinse il presidente Mitterand a fondare un Centro per l'informatizzazione della Francia, che però venne chiuso dopo pochi anni. Dopo un soggiorno di alcuni anni a Pittsburgh, rientrò in patria dove scrisse due libri di memorie (1991, 1993) prima di ritirarsi a vita privata, nel 1996, per le conseguenze di una malattia neurologica degenerativa (n. Parigi 1924).